Il fischio è un suono misterioso, per me che lo faccio e per quelli che mi ascoltano. Nel pubblico, quando fischio, vedo prima stupore e poi commozione. Capisco che ho toccato corde segrete, forse inconsce, suoni di favole sognate, e sono contenta, perché è quello che voglio: emozionare.
Dopo ogni concerto mi chiedono come ho cominciato, come ho imparato, da dove viene questa tecnica antica. E io racconto. Per me è un piacere. Quindi ho pensato che questo potrebbe diventare uno spettacolo, in cui io interpreto una scelta dei brani dai miei tre dischi, accompagnata da un musicista di alto livello, o da più musicisti, e nello stesso tempo racconto la storia avventurosa delle fischiatrici che mi hanno preceduta, e dei fischiatori, come Alessandro Alessandroni, quello dei grandi western di Sergio Leone.
Una storia che ha implicazioni storiche, scientifiche e sociologiche inaspettate.
Recentemente, dopo una mia esibizione, uno scrittore africano mi ha avvicinata e mi ha detto: “Lo sai che stai facendo una cosa eversiva?”
Quella frase, pronunciata con gentilezza, suonava come un avvertimento. Mi ha ricordato che in molte culture una donna che fischia viene considerata un insulto alla pubblica decenza. Oggi può sembrare strano, ma in passato era la regola. Il fischio era un tabù, un suono primitivo, un fiato del corpo inammissibile. Per questo Alice Shaw, fischiatrice americana, all’inizio del secolo scorso divenne un simbolo per il movimento delle Suffragette, che combatteva aspramente per il diritto di voto.
Ostracismo antico, perchè già nel 700 un proverbio inglese recitava "A whistling woman and a crowing hen are neither fit for God nor men".
Il fischio è la voce del diavolo. Infatti nell’opera Mefistofele, di Arrigo Boito, il diavolo fischia anziché cantare. E in molte leggende e tradizioni popolari una donna che fischia è portatrice di sventura.
La riabilitazione simbolica, come abbiamo visto, avviene negli anni 20 del secolo scorso negli Stati Uniti, sull’onda del movimento per i diritti delle donne. In quegli anni Agnes Woodward e Lota Stone fondarono una scuola di fischio melodico, con migliaia di studenti. La Woodward scrisse anche un manuale di fischio, Whistling as an art, che fu pubblicato in molte edizioni. Formò addirittura un coro, con 30 sue allieve fischiatrici, chiamato il Bird Whistling Corus.
La connessione tra il fischio umano e il canto degli uccelli è stata indagata dagli studiosi del linuaggio.
Nel 2013, il linguista Shigeru Miyagawa, del Massachusetts Institute of Technology, ha rafforzato un concetto espresso da Darwin quasi 155 anni prima, formulando una teoria secondo la quale il linguaggio umano si sarebbe sviluppato dal canto degli uccelli.
Non solo il linguaggio, ma anche la musica, secondo Claude Debussy, che scrive: “ stato il gorgheggio degli uccelli ad ispirare all’uomo il pensiero della musica”.
Questa connessione ha influenzato alcune generazioni di fischiatori che si sono esibiti in virtuosismi strabilianti, ma di maniera. Il loro messaggio era: “Vedi come fischio bene?”
Il mio percorso è diametralmente opposto. “Il fischio come arte”, ha titolato la Woodward, e arte significa produrre scompiglio, visioni, emozioni. Io fischio per commuovere, per raccontare al cuore. Qualcuno lo ha capito. “Il fischio melodico è arte ed Elena Somarè ne è la campionessa”, ha scritto Pier Andrea Canei su Internazionale. Valentino Zeichen, il poeta, nella presentazione del mio disco Aliento, ha scritto una cosa che mi ha colpita: “Il fischio è la verosimile imitazione del soffio divino”. Forse per questo neanch’io sono in grado di capire fino in fondo quello che sto facendo. So che ho sempre fischiato, fin da piccola, ma sempre in modo struggente, mai fischiettato motivetti. Amavo l’opera e fischiavo Casta Diva o romanze d’amore molto appassionate. Era il mio modo di esprimermi, di far venire fuori l’anima (la mia è sempre stata romantica, un po’ ottocentesca).
Non conoscevo altri fischiatori e non potevo confrontarmi con nessuno. Adesso, con internet, è più facile. Passo giornate ad ascoltare fischiatori sul web. Ce ne sono di incredibili, con tecnica e intonazione spettacolari. Come Geert Chatrou, che ha una velocita e un’estensione straordinarie, e altri da tutte le parti del mondo. Suscitano grande curiosità e ammirazione, ma raramente commuovono. Perché quello che conta non è lo strumento, ma l’interpretazione. Fischiare è come cantare. Le voci sono molte, ma ce n’è una che riconosci subito, perché ti accorgi che hai gli occhi bagnati.